Sulle orme di San Paolo.
Siamo partiti in ventisei, guidati spiritualmente da Don Patelli e turisticamente da Andrea Abate e dal maltese John Zammit. Volevamo scoprire la storia di San Paolo, ma anche la storia millenaria dell’isola e quella dei suoi Cavalieri.
San Paolo, millenovecentocinquanta anni fa, ormai non più persecutore dei seguaci di Gesù, si trovava assieme ad altri prigionieri su una nave diretta a Roma . Paolo, cittadino romano, oltre che ebreo, accusato dal Sinedrio di tradimento e sommossa contro il governo, voleva essere giudicato a Roma,capitale dell’Impero. Al largo di Creta la nave incappò in una tempesta ed andò alla deriva per quattordici giorni. Approdarono infine su un’isola in mezzo al Mediterraneo.
Ancora oggi ti mostrano il luogo dello sbarco, nella Baia di San Paolo.
Il destino di quest’isola, che i Romani,da oltre due secoli chiamavano “Melita” era segnato: Malta, oltre che essere importante per l’inizio della Cristianizzazione,farà valere al sua posizione in mezzo al Mediterraneo, lungo i secoli, come baluardo in difesa della Cristianità e come approdo strategico nei conflitti di tutti i secoli della storia europea.
Ma un argomento anche molto importante è la storia dei Cavalieri di Malta. I Cavalieri, ordine fondato a Gerusalemme come ordine benedettino, ospitali eri, avevano il compito di assistere e difendere i pellegrini in Terra Santa, dagli assalti dei briganti e poi anche dei Mussulmani.
Al tempo delle Crociate diventarono un ordine anche militare. Dopo diverse lotte, guerre e sconfitte, approdarono a Malta e ne divennero proprietari, fino all’epoca di Napoleone, che li scacciò dall’isola.
Tutto questo noi abbiamo potuto vederlo e ammirarlo guidati da John, che ci ha fatto girare tutta l’isola ed i suoi borghi, approdando anche all’isola di Gozo.
I paesaggi di mare e dell’entroterra erano meravigliosi:rocce dappertutto, oleandri, cespugli di capperi, timo profumato, vigneti e altre coltivazioni e pensare che sull’isola non piove da maggio all’autunno.
E i borghi, con le chiese barocche, immense, con gli stucchi dorati o le pareti rivestite di Broccato rosso per le feste che si celebravano in quei giorni.
Le case di pietra calcarea, gialla o appena un po’ più scura, con i bovindo sulle facciate e ai due angoli degli isolati, in alto, statue di santi e di protettori. Ogni borgo, specialmente nel centro, ci ha mostrato le sue meraviglie: palazzi, auberges, chiese, tutto conservato e carico di storia.
Il clima ci è stato favorevole: bel caldo secco e ventoso del Mediterraneo, dalle acque trasparenti e invitanti.
Le numerose chiese di Malta erano sempre piene di turisti che ammiravano le bellezze e le preziosità degli altari. La nostra “chiesa” allora è diventata il nostro pullman: ogni mattina, quando partivamo e anche al ritorno, con Don Patelli, abbiamo sempre pregato e ringraziato Dio per averci dato la possibilità di fare un pellegrinaggio così bello, in amicizia.
La S. Messa di domenica è stata celebrata nella Chiesa di S. Lorenzo a Vittoriosa e quella di martedì nella Chiesa del Naufragio di San Paolo, dove abbiamo visto anche delle reliquie (alquanto improbabili) del Santo : un pezzo di colonna su cui posò la testa per essere decapitato e un osso del suo braccio.
Un grazie di cuore a Don Patelli, ad Andrea Abate ed a John.
Maria Grillo